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Pif nelle scuole: “Noi palermitani non dobbiamo sentirci inferiori a nessuno”

Il regista palermitano racconta ai ragazzi la propria esperienza di vita in una Palermo dove ancora la parola Mafia faceva tremare le gambe a non pochi

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Nell’Istituto Tecnico Industriale “Alessandro Volta” si è tenuto l’incontro tra Pif e gli studenti della scuola. Il convegno fa parte di una serie d’attività didattiche promosse dalla scuola per fa crescere i ragazzi acquisendo esperienza da altre fonti extrascolastiche. Gli alunni hanno potuto fare delle domande al regista palermitano, sulla sua vita e soprattutto sul suo primo film “La Mafia uccide solo d’estate”. La pellicola racconta la storia del giovane Arturo impegnato a conquistare l’amore della sua vita all’interno di un periodo storico e di un contesto alquanto importante per la storia siciliana e italiana in generale, dagli anni ’80 fino al fatidico 1992, anno di morte di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Gli studenti, quindi, hanno avuto modo di sentire il commento dell’autore-regista del film nonché testimone di quel periodo. Si parla di Mafia, di atteggiamento mafioso, di una città, Palermo, che non aveva e non ha intenzione d’ammettere che la Mafia esiste; ma anche di politica, d’economia, di lavoro, d’esperienza personali di vita, di come un siciliano possa riuscire a fare fortuna partendo da niente.

La simpatia di Pif porta entusiasmo ai ragazzi che non smettono di fare domande, sempre più particolari, cercando di capire anche il vero carattere di un quarantenne che ha sempre affrontato il proprio lavoro, per quanto a volte scomodo, con calma, serietà e soprattutto ironia. Pierfrancesco Diliberto (in arte Pif) non ha potuto non parlare della sua vita, del suo periodo scolastico, del modo in cui senza dire grazie a nessuno e senza pagare nessun pizzo è riuscito a fare il proprio film sulla Mafia a Palermo. Questa parola, che più di 20 anni fa era sinonimo di terrore e paura, adesso ci sembra così distante e così strana. “La Mafia è come le spalline” dice Pif spiegando come quella moda d’allora che sembrava così naturale negli anni ’80 adesso ci sembra strana, vecchia, inusuale. “Io mi sono rotto di vivere in un mondo dove per andare avanti, per trovare lavoro, per vivere devi sempre chiedere un favore a qualcuno, al politico o al mafioso di turno. Sono andato via perché nella mia città non riuscivo ad esprimere ciò che avevo dentro e che ho fatto soltanto lontano da qui. Sono riuscito ad avere quella libertà che i palermitani vogliono e meritano. Noi non siamo superiori agli altri ma nemmeno siamo inferiori”, afferma il regista palermitano rispondendo ad una nostra domanda, confermando la sua ferma lotta contro uno Stato assente e contro un popolo silenzioso.

Alla fine dell’incontro anche il Dirigente Scolastico, la Dottoressa Margherita Santangelo, ci dice “La mattinata è stata dedicata agli studenti per cercare d’accompagnare la loro crescita facendoli confrontare con altre realtà. L’esperienza di Pif non può che essere d’aiuto per questi giovani, per far capire come la libertà d’espressione specialmente di questi tempi è un diritto fondamentale”. Lo conferma Antonino, uno studente dell’istituto, che ci spiega come sia rimasto affascinato da Pif e dalla sua esperienza e spera di ricordare questo momento per tutta la vita.