Contrada Jungetto, da discarica a nuova casa del Catania

Pulvirenti acquista il terreno per lo stadio nuovo

maas

Catania – “Posta la prima pietra”. La frase a caratteri cubitali riportata sul sito del Calcio Catania sembra contenere l’unica soddisfazione espressa dalla società in questo periodo non proprio esaltante, in cui ad una finora fallimentare stagione corrisponde l’orgoglio di un presidente che crede ancora nel sogno (miracolo!) salvezza e che nelle situazioni peggiori estrae sempre il coniglio dal cilindro, un po’ per placare gli animi per nulla mansueti dei tifosi, un po’ per distogliere l’attenzione dalla squadra. Il tutto riassunto in questo comunicato stampa:

Il Presidente del Calcio Catania Antonino Pulvirenti ha firmato stamattina, presso uno studio notarile di Catania, l’atto per l’acquisto del terreno sul quale sorgerà il nuovo stadio del Calcio Catania. Il sito, di circa 50 ettari, si trova a Catania in contrada Jungetto, periferia Ovest della città. La società ha già dato incarico allo Studio dell’Ingegnere Emanuele Stancanelli di redigere il progetto definitivo da presentare al Comune di Catania entro il 31 dicembre 2014, nel pieno rispetto di quanto previsto dalla Legge numero 147 del 27/12/2013 “norme sugli stadi”.

Un progetto in cui il presidente etneo ha sempre creduto, un’opera di modernizzazione della sua società che ha avuto come primo tassello lo straordinario centro sportivo di Torre del Grifo e che non poteva prescindere dalla costruzione di uno stadio ex novo e all’avanguardia; un impianto che, come lo stesso Pulvirenti ha più volte sottolineato, << vivrà sette giorni su sette, non soltanto la domenica in occasione delle partite >>. Già, perché il “gioiello”, come lo chiama lo stesso patron catanese, il cui costo si aggira intorno ai 60-70 milioni di euro, sarà un’imponente edificio interamente coperto con una capienza di 32-33 mila posti e nessuna barriera architettonica tra campo e tribune, immerso in un parco a misura di cittadino e dotato di ogni tipo di comfort e servizi, in pieno stile “Juventus Stadium” per intenderci. È proprio l’organizzazione e l’infrastrutturazione della squadra bianconera ciò a cui Pulvirenti aspira, perché un impianto ben attrezzato, come già fatto registrare dall’enorme successo riscosso dallo stadio di proprietà Agnelli, dà forza e consolida una società. Il presidente etneo aveva dato il via alla sponsorizzazione di tale struttura esattamente un anno fa: il Catania viaggiava verso i piani altri della classifica, le partite erano circondate da un’aura di entusiasmo ben diversa da quella attuale e il logorante obiettivo della salvezza aveva addirittura lasciato il posto alla lotta per un posto in Europa League. Mancava solo un piccolo particolare, ossia una legge nazionale sugli stadi che consentisse alle società calcistiche italiane (non solo il Catania, ma in ballo ci sono i progetti di squadre come Roma e Udinese) di tenere il passo rispetto alle altre nazioni europee in fatto di stadi; tale normativa arriva alla fine del 2013, inserita come emendamento alla Legge di Stabilità, firmato dal deputato renziano Dario Nardella, e prevede lo stanziamento di 45 milioni nel triennio 2014-2016 per la costruzione di impianti sportivi nonché insediamenti edilizi o interventi urbanistici di qualunque ambito o destinazione. Una legge che, secondo molti, ha poco riguardo verso il territorio e che incita ad una selvaggia speculazione edilizia, ma che per molti presidenti di Serie A rappresenta il nullaosta per rimuovere i problemi strutturali che sono alla base del movimento calcio e, soprattutto, per aumentare notevolmente i propri introiti.

A dispetto del primissimo progetto che individuava il quartiere di Librino come suo luogo di nascita, il nuovo stadio del Catania sorgerà in realtà in contrada Jungetto, nella periferia Ovest della città; si tratta del cuore dell’area agricola etnea, una zona periferica dimenticata che recentemente ha assunto i tratti di una discarica a cielo aperto, con strade prive di illuminazione, male asfaltate e impercorribili in caso di pioggia. Uno spazio quindi lasciato al degrado che si appresterà ad ospitare, in un complesso multifunzionale, la casa del Catania Calcio e in cui forse, finalmente, le voci di circa una trentina di famiglie che per anni hanno chiesto le minime condizioni di sicurezza e di pulizia potranno essere quantomeno prese in considerazione.