153° anno dall’Unità d’Italia. E’ stato mai unito il Bel paese?

Sono trascorsi 153 anni dall’Unità d’Italia ma ci si chiede se oggi il paese sia veramente spiritualmente unito

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17 marzo 1861. In seguito alla seduta del 14 marzo 1861 della Camera, dopo aver approvato il progetto di legge del Senato del 26 febbraio 1861, Vittorio Emanuele II proclamò la nascita del Regno d’Italia.

Sono trascorsi 153 anni da quel giorno ma ancora oggi non si può sostenere che l’Italia sia veramente uno stato unito e che il popolo italiano sia un popolo spiritualmente unificato. E’ ancora attuale la famosa citazione di Massimo d’Azeglio: “fatta l’Italia, bisogna fare gli italiani“, infatti, dopo tantissimi anni molti italiani parlano ancora di un Sud “povero”, “analfabeta” e ”delinquente”, non ricordando persone come Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Peppino Impastato per finire con Pino Puglisi.

Ricordiamo che ci sono stati partiti politici come la Lega Nord che hanno boicottato la festa del 150° anno dell’Unità d’Italia, che da tempo considera la nazione italiana uno stato senza speranza. Oggi la Lega governa alcune regioni d’Italia vagheggiando uno stato di fantasia chiamato Padania, che comprenderebbe tutto il nord dell’Italia e si estenderebbe fino all’Emilia Romagna, stato sganciato da “Roma ladrona” e dalla “terronia”; partito politico che rifiuta il tricolore e l’inno di Mameli come simboli nazionali, il cui ex leader Umberto Bossi, è già stato accusato di vilipendio al tricolore, dopo aver dichiarato con vanto che lui usa la bandiera italiana al posto della carta igienica, che riconosce come inno il Coro degli Ebrei, tratto dal “Nabucco” di Verdi. Alla Lega sembra non disturbi molto che il compositore di quest’opera e autore di questo brano sia egli stesso un eroe del Risorgimento italiano. Quello che conta è che Verdi sia originario del nord Italia. Ormai i valori di “UNITA’” e “NAZIONE” sono quasi morti, ma nonostante ciò ancora oggi nel Bel paese per fortuna, c’è ancora chi crede in uno stato veramente unito a 360°. C’è solo da sperare oggi in un futuro migliore e non caratterizzato dall’odio e dal “razzismo” regionale.

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Mario Catalano

Diplomato presso il Liceo Scientifico "Nicolò Palmeri" di Termini Imerese. Studente della facoltà di Giurisprudenza di Palermo.